Le immagini hanno storicamente un ruolo importante nel tramandare racconti, tradizioni e identità culturali. Dalle prime pitture rupestri ai codici miniati, dalle incisioni alle illustrazioni e ai fumetti contemporanei, l’essere umano ha sempre cercato di rappresentare il proprio tempo attraverso segni visivi.
La memoria non è un archivio immutabile, ma un tessuto in continua trasformazione ricucito dai ricordi, dalle interpretazioni e dalle emozioni. Creare un’immagine che racconti un momento specifico della vita significa dare forma percettibile a ciò che il tempo tende a sfumare: è uno strumento in grado di fissare l’effimero e dare contorni a ciò che nei ricordi si dissolve e si ricompone senza sosta.
Illustrare, però, non è solo l’atto di registrare un dato momento, non è una semplice riproduzione della realtà, ma è una rielaborazione personale dell’artista: non restituisce solo ciò che è stato, ma anche il modo in cui è stato vissuto. L’illustrazione riesce quindi ad accompagnare questa imperfezione della memoria, a darle una forma che non è mai del tutto fissa, ma aperta all’interpretazione. Questo è stato il lavoro di quattordici illustratori del Collettivo Illustrazione Ticino.
Un’illustrazione può diventare testimonianza di un’epoca, di un modo di vivere, di una sensibilità personale o condivisa. Proprio come la memoria è plasmata dal momento storico presente, anche un’illustrazione può subire lo stesso destino: oggi può raccontare una cosa, domani, osservata con occhi diversi, può svelarne un’altra.
Questo gioco tra fissità e mutevolezza rende l’atto di illustrare un viaggio nel tempo, appunto nelle “memorie”, dove il presente diventa il passato e il passato il presente in un circolo di ri-creazione continua.
Lisa Gyongy
scrittrice, fumettista, illustratrice