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01.05

La storia di UNITAS e altri racconti... al buio

Palazzo dei Congressi, Muralto
10:30

Incontri e presentazioni

Visto il successo riscosso due anni fa, la UNITAS – Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana ha deciso di aderire anche quest’anno a FestivaLLibro, proponendo delle letture al buio. Da 74 anni la Biblioteca Braille e del libro parlato, fortemente voluta dal suo fondatore Tarcisio Bisi, offre i propri servizi ai suoi soci. Tra questi la lettura di libri, saggi, riviste, articoli. All’inizio, nel 1948, la produzione era circoscritta ai libri in Braille, che venivano trascritti grazie a tavoletta e punteruolo da mani volonterose e pazienti, ma con il passare del tempo si sono affacciati nuovi mezzi, nuove modalità di diffondere la cultura: prima i nastri magnetici o le bobine, poi le audiocassette e in seguito la rivoluzione digitale: CD, schede memoria, nuovi mezzi ausiliari per ascoltarli, sintesi vocali, programmi per il riconoscimento di testi, applicazioni tra le più svariate per permettere alle persone che non vedono di vivere la loro quotidianità con maggiore autonomia.

Una vera rivoluzione per il mondo dei ciechi e degli ipovedenti se pensiamo che oggi i 7’500 audiolibri sono tutti digitalizzati e non solo, possono essere scaricati dal catalogo online oppure dall’App Biblioteca in tutta comodità. Non solo le persone con handicap visivo possono accedere al nostro catalogo; può farlo anche chi, per comprovati motivi medici, non sia in grado di leggere, di sostenere un libro o abbia problemi di dislessia. È bene e importante che si sappia.

La storia di UNITAS è una storia lunga, che inizia nel 1946 con la sua fondazione. Noi abbiamo deciso di raccontarla al buio, facendo capo alla nostra “materia prima”: le voci delle lettrici e dei lettori volontari che da anni registrano libri per i nostri associati e senza i quali non esisterebbe una biblioteca per ciechi. Altri racconti faranno da cornice alla nostra performance, che vedrà i presenti immersi nel buio assoluto della sala, cullati dalle note del pianoforte di Tommaso Mainardi, musicista e musicoterapeuta.

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